martedì 30 novembre 2010

Mariateresa Di Lascia: nell'ombra di Elsa Morante?

Oggi vi indico un'analisi interessantissima del rapporto fra Elsa Morante e Mariateresa Di Lascia, o meglio tra Menzogna e sortilegio e Passaggio in ombra, che appare nell'antologia Women's Writing in Western Europe: Gender, Generation and Legacy, a cura di Adalgisa Giorgio e Julia Waters (Newcastle, UK: Cambridge Scholars Publishing, 2007).

Nella sua analisi, il nono capitolo de Women's Writing in Western Europe, Adalgisa Giorgio rifiuta "the anxiety of influence" di Harold Bloom come modello per il rapporto tra Di Lascia e Morante. Secondo Giorgio,  questo modello de "the anxiety of influence" benché sia maschilizzato e negativo nonostante viene spesso utilizzato in modo quasi inconscio dei critici di Passaggio in ombra. Modello legato alla visione di Morante come unicum novecentesco, senza seguaci o "figlie" letterari; una visione respinta da Giorgio stessa, Concetta D'Angeli, Sharon Wood e Stefania Lucamante, per citarne alcuni critici più recenti morantiani.


Giorgio riapre la questione del rapporto tra Di Lascia, che negava di aver letto Morante (comunque sembra che abbia letto Menzogna e sortilegio almeno due volte) e la grande scrittrice: "What is then the status of Passaggio in ombra in relation to its model [Menzogna e sortilegio]?"

Giorgio traccia i modi in cui il "text"di Passaggio in ombra rispecchia e anche rispinge l' "intertext" morantiano, usando tre termini della retorica classica: imitatio, elocutio e dispositio. Imitatio è il termine principale con cui Giorgio descrive la scrittura di Passaggio in ombra: una copia che fiorisce nel suo imitare con inventio.

Tornando alle poche pagine de Le relazioni sentimentali, il secondo romanzo lasciato incompiuto di Di Lascia, Giorgio propone che Di Lascia ci stia ancora riscrivendo Morante, riconoscendola come la sua "literary Mother." 

Copertina originale del primo romanzo morantiano che richiama Chagall
Conclude Giorgio, "in Di Lascia we find an interesting combination of literary anxieties. Her earlier denial of a debt to Morante has the outward appearance of an 'anxiety of influence,' originating in the awe that Morante must have exerted over her. Di Lascia's intuition of the imitability of Menzogna e sortilegio almost half a century later--contrary to some critics' belief in its inimitability-tells us that she found the model empowering; otherwise why should she have adopted it?" "Empowering", sì, ma anche pesante: Giorgio vede un "feminine 'anxiety of authorship' [termine di Gilbert e Gubar, si veda il loro The Madwoman in the Attic]... the need, as yet unconscious and unacknowledged by Di Lascia, to find a literary foremother who could legitimate her claim to literary authority." (p. 163)

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