giovedì 22 dicembre 2011

Apre la foresteria della Casa delle Traduzioni a Roma

Un avviso per tutti i colleghi stranieri che traducono dall'italiano: a partire da gennaio 2012 apre la foresteria della Casa delle Traduzioni.

Requisiti di ammissione, regolamento e modulo d'iscrizione all'indirizzo: http://www.comune.roma.it/wps/portal/pcr?jp_pagecode=foresteria_casa_trad.p&ahew=jp_pagecode#a3>

Si prega di far circolare la notizia tra i colleghi stranieri!

martedì 13 dicembre 2011

Convegno, 25-27 ott. 2012: “Elsa Morante and the Italian Arts”

Academic Conference 25-27 October 2012
The Davy Carozza International Conference
“Elsa Morante and the Italian Arts”

Conference Organizer:
Stefania Lucamante, Professor of Italian, Catholic University of America
Organizing Committee:
Stefania Lucamante, Anna Chiafele, Valeria Garino, and Alberto Manai (Italian Cultural Institute in Washington, D.C.)

Scientific Committee:
Stefania Lucamante; Manuele Gragnolati, Oxford University; Gaetana Marrone, Princeton University; Nadia Setti, Université de Paris 8 Vincennes-Saint-Denis; Giuliana Zagra, Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele II, Rome.

Call for Papers
This conference aims to shed new light on Elsa Morante’s influence during her time (e.g. her collaborations with Pier Paolo Pasolini) and on her artistic/literary legacy in a celebration of the one-hundredth anniversary of her birth. Morante’s contribution connects the Italian novelistic tradition to international currents and trends far beyond modernism and the influence of American writers in postwar Italy. The Roman author pioneered many a dramatic change in rhetoric and style later seen in the work of Fabrizia Ramondino, Patrizia Cavalli, Carmelo Samonà, Simona Vinci, Elena Ferrante among many artists of our time. While Morante’s influence does not define a clear literary path that would define the elements of a proper Morantian ‘school,’ it seems unquestionable that her rich style suffuses the pages of many Italian contemporary novels. Indeed, Morante’s works are often quoted in films as a source of inspiration for the characters, as Cristina Comencini’s filmic texts show. Also Morante’s prophetic and critical sides still need to be fully acknowledged and explored. In this light, many of her prophecies need to be analyzed or rethought against the backdrop of our times: the true meaning of the atomic bomb (1965 Turin speech), the postwar rise of an Italian lower-middle bourgeoisie unwittingly complacent with capitalism, the fate of youth, and the idea of intellectual and esthetic commitment seen as political engagement. Morante touches upon many important issues still prevalent in today’s Italian society: outcasts, the disenfranchised, powerless creatures like the ghettaroli (the Roman Jews) of the Roman Round-up of 1943, children and women.
In this respect, she is similar to her close friend and artistic companion Pier Paolo Pasolini, with whom she also a shares a position of eccentricity —and of resistance. To this end, a part of the conference will be dedicated to her original relationship with Pasolini and their reflections on controversial concepts as smagamento (disillusionment), barbarie (the barbaric), irrealtà (unreality), grazia (grace), and the world of ragazzini (youth) as objects of desire and carriers of salvation.
In accordance with Morante’s beliefs, this conference also aims at creating an intergenerational collaboration, engaging established and emerging scholars in a constructive dialogue.

Key speaker: Daniele Morante, “Elsa’s Epistolary”
Confirmed Speakers: Cristina Della Coletta, Marco Bardini, Manuele Gragnolati, Gaetana Marrone, Hanna Serkowska, Giuliana Zagra, Thomas Harrison.

We seek proposals for 20-minute papers on possibly (but not necessarily limited to) the following topics:
·         Narrative voice
·         Jewishness or Hebraitude: the particular fabric of Roman Jews
·         Morante between Classicism and Postmodernism
·         Relationship with other writings/writers (Ortese, Pasolini, Dante, Saba)
·         Morante’s Marginality / Queer Morante
·         Morante and Feminism: a troubled relation
·         Morante and cinema
·         Morante and Rome
·         Morante and the classics
·         Morante and the South
·         Androgyny/Hybridity
·         Untimeliness and eccentricity
·         The corporeal/the animal
·         Eco-criticism
·         Smagamento (disillusionment) - barbarie (the barbaric) -irrealtà (unreality)
·         La grâce et la pesanteur
·         Cinematic adaptations

Proposals (c. 300 words with preliminary bibliography) are invited from both established and emerging scholars.  They should include institutional affiliation and full contact information, and should be sent to chiafele@cua.edu

The organizers are exploring publication options for a volume of selected conference papers.
Deadline for proposals: April 1, 2012. Reply by June 1, 2012. Registration Fee:  100 dollars

sabato 22 ottobre 2011

Carlo Cecchi legge Elsa Morante

Mercoledì 26 ottobre, alle ore 18, presso la Casa delle Traduzioni,  in via degli Avignonesi 32, Roma, Carlo Cecchi legge brani tratti dalle opere di Elsa Morante.
Partecipano Giuliana Zagra e Alfonso Berardinelli.


Carlo Cecchi era a cura delle opera raccolte di Morante... mentre Giuliana Zagra  e Simonetta Buttò erano a cura de Le stanze di Elsa. Dentro la scrittura di Elsa Morante (Roma, Colombo, 2006), libro basato su una mostra delle carte morantiane alla Biblioteca nazionale centrale di Roma.


Alfonso Berardinelli è un critico letterario e saggista italiano, che tra altro ha scritto "Il sogno della cattedrale. Elsa Morante e il romanzo come archetipo" (in AA.VV. Per Elsa Morante, Milano, Linea d'ombra, 1993, pp. 11-33.)

giovedì 18 agosto 2011

La canzone degli F. P. e degli I. M. in tre parti: The Song of the H. F. and of the U. M. in Three Parts

Morante, Elsa. La canzone degli F. P. e degli I. M. in tre parti: The Song of the H. F. and of the U. M. in Three Parts. Trans. Mariangela Palladino and Patrick Hart. Novi Ligure: Joker, 2007.
Recensione di Philip Balma: Annali d'Italianistica 27 (2009): 531-533.

Oggi sul blog torniamo a una recensione di Philip Balma, la cui lettura su Edith Bruck (“Edith Bruck’s narrative journey away from Auschwitz: considerations on a thematic ghetto”) mi ha fatto un'ottima impressione al convegno AAIS a Colorado Springs nel 2007!

Balma recensisce una traduzione parziale de Il mondo salvato dai ragazzini all'inglese. Osserva che Palladino e Hart hanno prodotto una traduzione ottima, data la difficoltà di questo testo senza genere, che è dotato di un linguaggio tutto suo. The Song of the H. F. and of the U. M. in Three Parts consiste della prima parte della terza sezione de Il mondo; e come il titolo ci indica, il testo è suddiviso in tre parti: "Introduzione esplicativa" (16-23), "Parentesi. Agli F. P." (24-31), e "Agli I. M." (32-59).

Aggiunge Balma che il "Translator's Note" cerca di far troppo ed il risultato è insoddisfacente, particolarmente perchè sul Il mondo salvato c'è poco scritto (ancora!) a cui i nostri tradduttori avrebbero potuto riferirsi.

Per comprare La canzone degli F. P. e degli I. M. in tre parti: The Song of the H. F. and of the U. M. in Three Parts vedasi Abe Books.

venerdì 12 agosto 2011

Storie d'amore

Storie d'amore, di Elsa Morante et al; pubblicato a Napoli dall'Ancora del Mediterraneo nel 2003; serie Odisseo, 14; prima edizione.


Questa raccolta di storie d'amore è ispirata in parte dalla dichiarazione di Elsa Morante negli anni 70, quando uscì il romanzo Porci con le ali, che lei stessa avrebbe voluto scrivere un racconto per spiegare ai giovani lettori cosa fosse veramente l'amore...  o cosa potesse o dovesse essere.


L'antologia cominicia infatti con un racconto della nostra Morante, "Un amor offeso", le vicende di Lesbia e Gaio Valerio Catullo come sono state ricordate nella sua poesia. La Morante appare una seconda volta nella promemoria che conclude il libro, ove il suo romanzo Isola di Arturo è individuato tra "le più belle storie d'amore della letteratura, del teatro e del cinema italiani" (a cura di Stefano Fedele e Goffredo Fofi, che dagli anni 60 si occupa delle opere morantiane.)  


L'ultima frase del racconto mi fa proprio pensare all'eros sadomasochistico (e si potrebbe aggiungere anche il modo di narrare, o l'intreccio) de Menzogna e sortilegio: "Perché, ti rispondo, un'offesa come quella che che tu m'hai fatto costringe l'amante ad amare di più, ma a voler bene di meno." (pag. 14)



"Un amor offeso" è apparso in un'antologia simile, anche intitolata Storie d'amore, Torino, Edizioni Radio Italiana, nel 1950. 

giovedì 4 agosto 2011

Aperta la Casa delle Traduzioni a Roma

Una notizia de Conseil Européen des Associations de Traducteurs Littéraires:
Il 23 giugno viene inaugurato la Casa delle Traduzioni a Roma, il cui scopo è di qualificare il lavoro del traduttore e di promuovere la diffusione della letteratura e della lingua italiana nel mondo. Un video dell'inaugurazione è disponibile qui.

La Casa delle Traduzioni è caratterizato da una biblioteca di specialista e uno spazio adatto alle attività culturali e, fra pochi mesi, ospiterà anche i traduttori italofoni. La biblioteca anche contiene una raccolta delle traduzioni delle opere di Elsa Morante e una galleria dei ritratti degli scrittori italiani del fotografo Rino Bianchi.

Per ulteriori informazioni:
Casa delle Traduzioni
Via degli Avignonesi 32
00187 Roma
Bibliotecario: Simona Cives
Tel: (0039) 06 45430235 – 06 45460721
e-mail: casadelletraduzioni@bibliotechediroma.it


venerdì 22 luglio 2011

Aracoeli e la storia, di Concetta D'Angeli

Cari lettori,
è con grande piacere che ospito oggi nel blog Concetta D'Angeli, ben conosciuta per i suoi studi morantiani, che ci offre "una rielaborazione delle pagine iniziali del saggio 'L’addio di Elsa Morante: Aracoeli,' in Leggere Elsa Morante: “Aracoeli”, “La Storia” e “Il mondo salvato dai ragazzini”, Roma, Carocci, 2003."
Grazie per la collaborazione!
~Gabrielle Popoff




Aracoeli e la storia
di
Concetta D’Angeli [1]

Non sono la prima a interpretare le vicende di Manuele e della sua famiglia anche come rappresentazioni della rovinosa compromissione della borghesia occidentale con i totalitarismi più truci del Novecento[2]; non si è invece notato abbastanza come Aracoeli si regga su una griglia cronologica che salda strettamente le tappe degli avvenimenti privati ad alcune scansioni tragiche della storia europea, a partire dagli anni Trenta. Si tratta di un vero e proprio parallelismo, analogo a quello che sottostà a La storia; come nel precedente romanzo, anche in quest’ultimo, per quanto in forme più criptiche, una stretta relazione viene fissata fra storie singole e familiari da una parte e storie collettive dall’altra – una relazione che anche qui si pone all’insegna dello scandalo, e anche qui viene riconosciuto alle stragi private il carattere di rovine storiche. Insomma, l’analogia fra micro e macro-storia, esplicitamente rappresentata ne La storia, non è meno presente in Aracoeli; è solo diventata più sotterranea.
Ciò significa che dalle posizioni assunte verso l’attualità con Il mondo salvato dai ragazzini, dall’apertura alla politica e ai suoi drammi che la raccolta poetica del ’68 rappresenta e che con la violenza di un trauma si riverbera nelle modalità stilistico-espressive delle sue ultime opere, la Morante non s’è allontanata più.

Nell’organizzare la struttura di Aracoeli la scrittrice tenne ben presenti le coordinate storiche nelle quali si inseriva il viaggio di Manuele: lo documentano, nei manoscritti[3], sia le puntuali annotazioni relative agli avvenimenti pubblici verificatisi negli anni in cui è collocata la vicenda romanzesca, sia le accurate ricerche e le verifiche, che la Morante condusse al riguardo e delle quali pure dà conto preciso.
Fra questi indizi voglio sottolinearne uno, significativo in modo particolare: in una stesura originaria (che non è rimasta, almeno fra le carte consultabili) il viaggio di Manuele in Spagna era previsto durante le vacanze di Natale; subito dopo la Morante ne cambiò la data, spostandolo alle feste dei morti del 1975. Lo scopo fu di legarlo di più agli avvenimenti politici di quell’autunno, come si ricava da un’annotazione autografa contenuta in una delle cartelle di fogli sparsi, che raccolgono rifacimenti parziali, note, appunti, eccetera: “N.B. IMPORTANTE! Correggere a suo luogo in base alle seguenti notizie: Franco morì il 20 novembre 1975 i quattro baschi furono giustiziati intorno all’ottobre [?] 1975 Il protagonista-narrante dunque andrà in Spagna ai primi novembre ’75 (ossia il suo compleanno) e non più a Natale”[4].
Sostengo insomma che quello che la critica ha definito la non-forma di Aracoeli dovrebbe piuttosto essere inteso come una forma particolare che, sebbene nascosta, fornisce la struttura del romanzo ed è rappresentata appunto dalla coincidenza cronologica fra gli avvenimenti privati di Manuele e la macrostoria europea: come se il parallelismo fra il piano collettivo e quello individuale, sottolineato nella Storia fino a diventare identità, qui fosse stato, sì, defilato e posto in secondo piano, ma non tanto da non contribuire, con le sue duplici scansioni funeste, a ribadire la collocazione tragica e pubblica di un romanzo che troppo superficialmente è stato interpretato solo come una vicenda familiare e psicologica.
La nascita di Manuele, il 4 novembre 1932, è connessa all’ascesa del nazismo in Germania, dove il Partito Nazional Socialista ottiene, nelle due consultazioni elettorali del luglio e del novembre del ’32, la maggioranza relativa, premessa all’incarico di governo che subito dopo verrà affidato a Hitler.
Nel 1936 Aracoeli e Eugenio regolarizzano col matrimonio il loro legame sentimentale, e Aracoeli e il piccolo Manuele si trasferiscono dalla clandestinità di Totetaco alla ufficialità mondana dei Quartieri Alti; nello stesso anno hanno inizio sia la guerra di Spagna sia l’avventura coloniale italiana, con la conquista dell’Etiopia.
Nel 1938 muore in Spagna, combattendo contro i franchisti, il mitico Manuel, fratello di Aracoeli e doppio glorioso di Manuelino; in Italia vengono promulgate le leggi razziali antiebraiche.
Il tragico 1939 è scandito, sul piano privato, dalle due morti, in successione “crescendo”, della neonata Carina e di Aracoeli; e, sul piano pubblico, dalle due catastrofi, anch’esse in posizione di climax, della conquista franchista della Spagna e dello scoppio della seconda guerra mondiale.
Nel 1946 muore Eugenio, padre di Manuele, e i “padri della Patria” danno vita alla Repubblica Italiana: una riflessione sulla sostanziale ambiguità e inadeguatezza di ogni paternità e dei valori che le sono legati non sarebbe inadeguata a questo proposito.
Infine nel week-end dei morti del 1975 Manuele compie il viaggio in Spagna alla ricerca di Aracoeli (o del suo ricordo, o del suo fantasma); nel mese di novembre dello stesso anno avvengono due morti che per il romanzo morantiano (e per Elsa Morante personalmente) hanno valore di grande momento: quella di Pier Paolo Pasolini, nella notte fra il 1° e il 2, in perfetta coincidenza con il viaggio di Manuele; e, il 20,  quella del Caudillo Francisco Franco, che chiude la sua lunga repressiva dittatura.

A questa griglia si può aggiungere un fatto extra-testuale ma non meno significativo: all’indomani del rapimento Moro da parte di rivoluzionari terroristi (20 marzo 1978), mentre era in corso la stesura di Aracoeli, cominciata due anni prima, la Morante scrisse alle Brigate Rosse, formazione alla quale erano legati i rapitori dell’uomo politico, una lettera che testimonia il coinvolgimento emotivo e intellettuale della scrittrice nei fatti del suo tempo, anche in quelli più inquietanti e dolorosi – è bene ricordare oggi, a distanza di tre decenni, che non furono molti, negli anni di piombo, i protagonisti della cultura italiana dotati di tale coraggio da pronunciarsi con chiarezza sugli avvenimenti drammatici che sconvolgevano il Paese.
La lettera però non fu conclusa e non fu mai pubblicata: un moto di scoramento forse o un’ammissione d’inadeguatezza, che trova una possibile equivalenza nella forma con la quale, in Aracoeli, prende spazio la storia. Voglio dire che proprio nel segno dello smarrimento e della crisi si potrebbe spiegare perché in quest’opera l’attenzione ai fatti politici venga nascosta nelle pieghe di una storia privata, perché l’aggancio ai fatti collettivi, che nella Storia veniva mostrato in piena luce, in Aracoeli invece, pur agendo come sostegno della struttura romanzesca, lavori in sordina.
E tuttavia, nonostante pessimismi, perplessità, dubbi e sconforti, nemmeno nell’ultimo romanzo Elsa Morante ha contraddetto al mandato che, fin da Pro o contro la bomba atomica, ha riconosciuto all’arte: il compito, storico oltre che morale, di ridare realtà al mondo.




[1] Questo contributo è la rielaborazione delle pagine iniziali del mio saggio L’addio di Elsa Morante: “Aracoeli”, in Leggere Elsa Morante: “Aracoeli”, “La Storia” e “Il mondo salvato dai ragazzini”, Roma, Carocci, 2003.
[2] Si veda in particolare Giovanna Rosa, Cattedrali di carta. Elsa Morante romanziere, Milano, Il Saggiatore, 1995.
[3] Ho consultato le carte di Elsa Morante depositate presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma.
[4] Dell’episodio dell’uccisione dei baschi tramite il supplizio della garrota, un episodio che suscitò sdegno nel mondo anche per la forma crudele e arcaica scelta per l’esecuzione, c’è un puntuale rimando nel romanzo, al momento della partenza di Manuele da Milano.

giovedì 16 giugno 2011

Aperto il Centro Culturale Elsa Morante a Roma

Piazzale Elsa Morante, Roma
Lunedì-venerdì 9.00-19.00; sabato 9.00-13.00
Sabato e domenica aperture straordinarie per eventi
info@centroelsamorante.roma.it
Info 060608 dalle 9.00 alle 21.00

Dal 16 aprile apertura del nuovo Spazio Incontragiovani
Informagiovani di Roma Capitale
Lunedì-venerdì 9.00-13.00 e 14.00-19.00; sabato 9.00-13.00

www.centroelsamorante.roma.it 

Style.it riporta questa notizia, con una bellissima foto di Elsa:
 

martedì 14 giugno 2011

Alain Elkann e gli scrittori italo-ebrei del 900

Alain Elkann: Jewish Italian Writers of the Twentieth Century
Il 23 giugno alle 18:30 
The Jewish Museum
1109 5th Avenue, NYC

L'Italian Cultural Institute of New York, con la collaborazione del Jewish Museum of New York, vi invita a una lettura di Alain Elkann, scrittore e giornalista italiano: "Jewish Italian Writers of the Twentieth Century". Alain Elkann parlerà dei scrittori notevoli italiani di origine ebrea,  come Umberto Saba, Carlo Levi, Giorgio Bassani, Primo Levi, Alberto Moravia, Natalia Ginzburg, Elsa Morante e Franco Fortini.

Elkann sarà presentato di Jonathan Galassi, il presidente della casa editrice Farrar, Straus and Giroux. Per ulteriori informazioni e RSVP: f.ricciardoiicny@gmail.com 

sabato 21 maggio 2011

I 150 Grandi Libri dell’Italia unita

 I 150 Grandi Libri dell’Italia unita--una commissione presieduta da Gian Arturo Ferrari ne ha scelto idealmente uno per ogni anno, dal 1862 ad oggi.

  • 1974,  Elsa Morante, La Storia
La copertina del 1974, suggestivo di un carnaio...



giovedì 19 maggio 2011

Bernardo Bertolucci parla di Elsa

"La vita è in movimento e io ho voglia di cinema"

Bernardo Bertolucci annuncia il ritorno dietro la cinepresa sette, otto anni dopo "The Dreamers" del 2003. Ricorda i tempi di "La via del petrolio" così:

"Molto importanti. Non avevo mai fatto documentari, ero un giovane regista che dopo il secondo film, "Prima della rivoluzione", non riusciva a fare più nulla e quando l'Eni mi offrì di andare a perdermi in Medio Oriente - non ero mai stato all'estero se non in Francia - era affascinante. Era la "scoperta". Il documentario è in tre episodi, "Le origini", "Il viaggio" e "Attraverso l'Europa". Per il primo, girato tutto in Iran, volevo un tono epico e credo di esserci riuscito".

E ha dedicato "La via del petrolio" ai bambini perché...

"Ero incantato dagli occhi dei bambini persiani per le strade, non sentivi dietro di loro la presenza di una famiglia, degli adulti. Ero amico di Elsa Morante, per me era come "L'Iran salvato dai ragazzini"".

sabato 14 maggio 2011

Thomas E. Peterson, The Rose in Contemporary Italian Poetry

The Rose in Contemporary Italian Poetry


Thomas E. Peterson
University Press of Florida, 2000

Dato che già esistono due recensioni del libro interessante di Thomas E. Peterson, The Rose in Contemporary Italian Poetry, non scriverò un'altra recensione... invece vi offro degli appunti miei.  

  • Laura Baffoni Licata, Italica, Vol. 79, Issue 2 (2002), pp. 270-272
  • Thomas L. Cooksey, South Atlantic Review, Vol. 68, No. 4 (Autumn, 2003), pp. 105-107.

Nell'undicesimo capitolo, "The Feminine Voice, and Other Alibis", Peterson dichiara: 
"The poet who is denied a place by the literary institutions seeks an alibi, an imposture. Such an other or 'elsewhere' accompanies the development of the feminine voice in contemporary Italian letters. The feminine voice works and lives on a cultural and linguistic boundary, and is familiar with places where the creative spirit can prosper despite the experience of marginalization." (pagina 184) Continua Peterson, "...the feminine voice constitutes a mode of interrogation and reflection on the encoded sexual values of dominance and recession, virility and fertility." (pagina 185) 
Dichiarazione che si può facilmente collegare alla Morante ed infatti Peterson rivela che il titolo del capitolo è ispirato da lei: 
"Another voice that stood for the union of emotion and intellect, sensibility and perception is Elsa Morante... whose 1955 book of poems, Alibi, suggested the title of this chapter. In the eponymous poem she affirms, 'Only those who love, know' ('Solo chi ama conosce'), [poema che fornisce i lirici della Cantata della fiaba estrema di Hans Werner Henze] and then these lines that concern the nature of contingency and the fact that the object of one's belief in love, the 'rose and the bee,' might be unreliable:
Vorrei chiamarti: Fedele, ma non ti somiglia.

La tua grazia tramuta    
in un vanto lo scandalo che ti cinge.
Tu sei l'ape e sei la rosa.
Tu sei la sorte che fa i colori alle ali
e i riccioli ai capelli.
La tua riverenza è graziosa come l'arcobaleno.
"Tu sei l'ape e sei la rosa"; frase che apparisce anche nel romanzo L'isola di Arturo, come ho già scritto qui.
In questo capitolo Peterson cita anche qualche riga della poesia "Canzone finale della stella gialla detta pure La Carlottina":
"sono uscita per le vie sfoggiando
in petto la stella gialla dei giudei
come una rosa."
Dovrei (ri)leggere quella poesia prima di scrivere il pezzo proiettato per questo blog sull' 'ebraismo' letterario della Morante...

Aggiunge Peterson che i poemi più narrativi di Morante costituiscono uno sforzo di "to lose herself in the universality of need and innocence of children, and of history's victims." (pagina 190)

domenica 1 maggio 2011

Benarrivato, maggio!

"There is nothing more difficult for a truly creative painter than to paint a rose, because before he can do so he has first to forget all the roses that were ever painted."
-Henri Matisse  

"La parola si rinnova sempre nell’atto stesso della vita, e (a meno di una enorme frana della civiltà) non può scadere a oggetto pratico, spento e logoro. Ogni altro strumento può deperire, o decadere, ma la parola rinasce naturalmente insieme alla vita, ogni giorno, fresca come una rosa… le parole, essendo i nomi delle cose, sono le cose stesse.
Una rosa è una rosa è una rosa è una rosa." -Elsa Morante [1]


"The word is always renewed in the very act of living, and (unless civilization crumbles) it cannot decline into a practical object, spent and worn out. Every other instrument can wither or decay, but the word is reborn naturally along with life, each day, fresh as a rose… words, being the names of things, are the things themselves.
                        A rose is a rose is a rose is a rose." (translated by Gabrielle Popoff)

C'è un capitolo del romanzo L'isola di Arturo intitolato "Perle e rose convenzionali," da cui questo blog deriva il suo nome. Il personaggio Wilhelm sogna di una  “seduzione convenzionale: e il personaggio del Galeotto si addiceva bene ai suoi sospiri, che erano infantili eternamente, come quelli dell’universo! Allo stesso modo il pubblico dei teatri domanda, per accendersi di fede, eroine convenzionali (la Traviata, la Schiava, la Regina)… E cosí in eterno ogni perla del mare ricopia la prima perla, e ogni rosa ricopia la prima rosa.”

Inoltre c'è anche una metafora estesa delle rose e delle api nel romanzo, una metafora letteraria così anziana come Cicerone (e forse di più)--"Tu sei l'ape e sei la rosa", dice Romeo a Wilhelm:

"Dunque pare che alle anime viventi possano toccare due sorti: c'è chi nasce ape, e chi nasce rosa. Che fa lo sciame delle api, con la sua regina? Va, e ruba a tutte le rose un poco di miele, per portarselo nell'arnia, nelle sue stanzette. E la rosa? La rosa l'ha in se stessa: non le serve cercarla altrove. Ma qualche volta sospirano di solitudine, le rose, questi esseri divini! Le rose ignoranti non capiscono i propri misteri.

La prima di tutte le rose è Dio.

Fra le due: la rosa e l'ape, secondo me, la più fortunata è l'ape. E l'Ape Regina, poi, ha una fortuna sovrana! Io per esempio, sono nato Ape Regina. E tu Wilhelm? Secondo me, tu, Wilhelm mio, sei nato col destino più dolce e col destino più amaro: tu sei l'ape e sei la rosa."

[1] Elsa Morante, Garboli and Cecchi, Opere 1516-17.

giovedì 28 aprile 2011

"Una duplicità senza soluzione", 1964

Stasera mi sono resa conto del fatto che qui solo poche volte abbiamo sentito la voce della Morante stessa. Allora, eccocene un po'...


"Ogni film (come ogni romanzo) che meriti il nome reale e vitale di opera d'arte, non ha mai un significato solo, ma molti e diversi, dei quali alcuni sfuggono anche all'autore stesso. Qual è il significato di Amleto? O di Don Chisciotte? O — per restare più vicino — del Gattopardo di Lampedusa? O di Arpa birmana? O infine di Silenzio, il film di Bergman?
Devo dire che non sono affatto una fanatica di Ingmar Bergman, accusando nelle sue opere una frigidezza scostante e forse un'assenza di carità. E' indubbio tuttavia che Bergman rimane uno dei maestri dell'arte cinematografica. 
Dunque nel suo film Silenzio, come nelle opere dei maestri di ogni arte, si possono riconoscere, su diversi piani, vari significati. Dei quali il più ovvio e evidente — e già ritrovato, poi, anche in altre opere dello stesso Bergman — mi sembra questo:
che i rapporti umani hanno sempre una profondità misteriosa, e propongono, appena si parta a esplorarli, una duplicità senza soluzione: dove l'amore e l'odio, la ripulsa e la voglia, la colpa e l'innocenza, si intrecciano in nodi, tali, che ogni giudizio sul nostro prossimo si riduce, in realtà, a una presunzione o a un arbitrio.
Da Shakespeare a Dostoievski a Svevo, non è certo Ingmar Bergman il solo autore che sia stato tentato da un tale problema. Si capisce che, secondo natura, per certuni esso sarà motivo di passione e di pietà; e per altri— quali appunto Bergman — sarà quasi un freddo oggetto di analisi scientifica.
Ma in ogni caso, l'attenzione a questo problema è in un artista un segno di nobiltà e di impegno superiore. Si tratta difatti semplicemente del problema della coscienza morale: come dire, del problema fondamentale della persona umana.
L'esplorazione della coscienza è sempre un viaggio augurabile: non solo avventuroso, ma anche profondamente educativo. E chiunque rispetti il suo prossimo capisce senz'altro che opporsi alla libera espressione di un artista come Bergman è indizio di stupidità morale, oltre che della solita ignoranza e inciviltà."
-ELSA MORANTE


Morante, Elsa. "Una duplicità soluzione." L’Europa letteraria V.27 marzo (1964): 126. Direttore Giancarlo Vigorelli. Condirettori Domenico Javarone, Davide Lajolo.

domenica 24 aprile 2011

Tradurre Morante, III

Ancora sull’Isola di Arturo... ecco un'altra mia traduzione, stavolta dell'incipit.

Quella, che tu credevi un piccolo punto della terra,
fu tutto.
E non sarà mai rubato quest’unico tesoro
ai tuoi gelosi occhi dormienti.
Il tuo primo amore non sarà mai violato.
Virginea s’è rinchiusa nella notte
come una zingarella nel suo scialle nero.
Stella sospesa nel cielo boreale
eterna: non la tocca nessuna insidia.
Giovinetti amici, piú belli d’Alessandro e d’Eurialo,
per sempre belli, difendono il sonno del mio ragazzo.
L’insegna paurosa non varcherà mai la soglia
di quella isoletta celeste.
E tu non saprai la legge
ch’io, come tanti, imparo,
--e a me ha spezzato il cuore:
fuori del limbo non v’è eliso.



That, which you once believed a small corner of the earth,
was everything.
And this one treasure will never be stolen away
from your jealous sleeping eyes.
Your first love will never be violated.
Virginal, it has wrapped itself up in night
like a gypsy in her black shawl.
Star suspended in the boreal night
Eternal: no snare touches it.
Young friends, more beautiful than Alexander and Euryalus,
forever beautiful, defend the sleep of my boy.
The fearsome banner will never cross the threshold
Of that heavenly little island.
And you will never discover the law
that I, like so many, learn:
--and that has split my heart:
outside of Limbo there is no Elysium.

sabato 23 aprile 2011

Tradurre Morante, II

Il poeta, scrittore e saggista portogallo Eduardo Pitta parla di una nuova traduzione al portoghese de L'isola di Arturo (tradotto al portoghese per la prima volta negli anni 60) nel suo blog, Da Literatura.  


A Ilha de Arturo
Casa editrice: Relógio D'Água
Anno: 2010
ISBN 9789896411312



Alcune traduzioni de L'isola di Arturo:

  • Morante, Elsa. L'Ile d'Arturo; mémoires d'un adolescent. Trans. Michel Arnaud. Paris: Gallimard, 1963.
  • Morante, Elsa. Arturo's Island. Trans. Isabel Quigley. Manchester: Carcanet, 1988. London: Collins, 1959. 

  • Morante, Elsa. Trans. Isabel Quigley. Arturo's Island: A novel. Steerforth Press. South Royalton, Vermont: Steerforth Italia, 2002.

  • Morante, Elsa, et al. La isla de Arturo. Libro amigo; [1a. ] ed. Barcelona: Editorial Bruguera, 1969.
  • Morante, Elsa, et al. Arturov otok. Knjizna zbirka Nova obzorja. Maribor: Zalozba Obzorja, 1976.
  •  Morante Elsa, et al. Kinjitareta koi no shima. Japanese. Sekai bungaku zenshu. Tokyo: Kawade Shobo Shinsha, 1977.
  • Morante, Elsa. ha-I shel Arturo: roman. Trans. Miryam Shusterman-Padovano. Sifriyah ha-hadashah li-menuyim. Tel Aviv: ha-Kibuts ha-meuhad, 1997.





giovedì 21 aprile 2011

Tradurre Morante, I

Piccola premessa. Tradurre Morante è un sogno mio realizzato a metà, visto che fra poco verrà pubblicata la mia traduzione di qualche capitolo iniziale di Menzogna e sortilegio nel Journal of Italian Translation. E poi la voglia di tradurre ancora di più mi ha spinto a raccogliere le traduzioni morantiane altrui... Ed ho il piacere di presentarvene due:


Nel 2009 ho fatto domanda per il Witter Bynner Poetry Translation Residency al Santa Fe Art Institute e anch'io ho tradotto qualche poema di Morante che riproduco qui sotto.


Una poesia all'inizio dello Scialle andaluso

Tu sei l’uccella di mare, che ha fabbricato il suo nido
sulla scogliera torva, fra le sabbie nere.
Né fili d’erba su quei tumuli atroci
né voci d’altre famiglie. Solo echi di strage
rompono lí, dal largo, su trombe e campane d’acqua.

           Ma lei, piena di grazia,
sotto l’ala gelosa
che veglia i cari ovetti
il nudo tremito ascolta d’altre alucce sue figlie
e i quieti affetti suoi nient’altro sanno.


           Di lí
domani
grande, bianca e spiegata
guiderà una puerile corte alata
verso terrestri elisi.

Dedication, The Andalusian Shawl (translated by Gabrielle E. Popoff)
You are the sea bird, that has built her nest 
on the grim rocks, among the black sands. 
No blades of grass on those terrible heaps of earth 
nor the voices of other families. Only echoes of slaughter
clash there, from faraway, over the trumpeting and pealing of the water.

          But she, full of grace, 
beneath her jealous wing 
that watches over the small dear eggs 
listens to the naked trembling of other tender little wings her daughters 
and nothing other than her quiet affection do they know.

          From there 
tomorrow
vast, white and unfurled 
she will guide a childish winged court 
towards terrestrial paradises.


Ai personaggi
(del romanzo Menzogna e sortilegio)
Voi, Morti, magnifici ospiti, 
m’accogliete 
nelle vostre magioni regali, 
i vostri miniati volumi 
sfogliate graziosamente per me.

Lo so: io, donna sciocca e barbara,
non altro che suddita e ancella a voi sono.
Ma pure il nastro d’oro delle vostre
imprese, e arroganti amori,
orna la mia fronte servile
o Sultani infingardi.
Altro io non sono che pronuba ape 
fra voi, fiori straordinari e occulti. 
Ma sulle effimere mie elitre 
pur vaga una traccia rimane 
del vostro polline celeste. 
E il vostro miele
è tutto mio!
To the Characters (translated by Gabrielle E. Popoff)
You, the Dead, magnificent guests, welcome me 
into your royal palaces, 
your ornate volumes 
you leaf through graciously for me.
I know: I, a woman dim and coarse, 
am nothing other than a dependent and servant to you.
But still the golden ribbon of your
enterprises, and arrogant loves, 
adorns my humble forehead 
oh slothful Sultans.
I am none other than the matchmaking bee 
among you, rare and hidden flowers. 
But on my fleeting elytra
a trace remains though slight 
of your celestial pollen. 
And your honey 
is all mine!

domenica 17 aprile 2011

Vested Voices: il travestismo e la letteratura italiana



Il tema del primo volume ci spiega Rossella Riccobono in un articolo del giornale inglese Manchester Guardian, il 19 aprile 2005 di Nina Baglin:

"The history of such writing goes back many years: it is found in ancient Greek and in medieval Italian literature... In the first half of the 20th century in Italy, writers took on this mode as a way of shocking the establishment. Husband-and-wife team Alberto Moravia and Elsa Morante were anti-fascists and took on the role of the opposite sex when writing. Before then Italian literature was very stale."

E Riccobono continua: "Throughout history the technique has become fashionable at times of fascist regimes, or under dictatorships. Literary transvestism arises during special social and historical moments as a way of rebelling against the church or law, going against social codes or simply to trick readers."

Benché Riccobono si riferisca alla Morante brevemente nell'intervista del 2005 con Nina Braglin, il primo volume di Vested Voices non parla delle opere morantiane; comunque, per chi riconosca la presenza del travestismo e raddoppiamento nelle opere morantiane (si pensi della scenata de Menzogna e sortilegio in cui i cugini Edoardo Cerentano e Anna Massia si spogliano per scambiare i vestiti per esempio) i primi due saggi offrono un approccio teoretico alla questione del travestismo nella letteratura: "Of Travesty and Truth: Towards a Theory of Literary Transvestism" di Thomas E. Peterson e "Travestitismo letterario tra Gender e Genre Theory," di Erminia Passannanti.


Il secondo volume di Vested Voices, pubblicato nel 2007, cioè Vested Voices II: Creating with Transvestism: from Bertolucci to Boccaccio, presenta un saggio di Sharon Wood (Professor in Italian Studies, Leicester University), i cui saggi e libri sulle scrittrici italiane e Morante in particolare sono di inestimabile valore!

"Re-dressing the Balance: Gender and Genre in Elsa Morante" è incentrato sui romanzi Menzogna e sortilegio e L'isola di Arturo. (Si può downloadare a pagamento il saggio dal sito della casa editrice Casalini qui.)

Secondo la Wood, "In both novels cross-dressing can be seen as a metonym for the poverty of a binary gender divide; gender overflows categorisation just as the texts overflow genre distinctions. Ambiguity, far from inducing the anxiety exhibited by Freud, becomes a metaphorical space in which to write." (p. 86)

Parlando del travestismo letterario di Morante, io aggiungerei che, nei termini de L'isola di Arturo, la metafora preferita di Morante fosse, per dirla in una frase tratta del suo secondo romanzo: "Tu sei la rosa e l'ape." L'ambiguità, l'ermafrodismo, il travestismo, lo scrivere e il leggere, tutto insieme in un'immagine.

domenica 3 aprile 2011

Ohimé!

Saluti, cari lettori. Oggi, una piccola notizia della Morante--ma ohimé! 
Il 24 marzo è uscita nel The New Republic una recensione di Robert Boyers, la cui recensione della biografia morantiana di Lily Tuck è già discussa in questo blog. (Boyers, professore d'inglese al Skidmore College, è l'editore di Salmagundi e il direttore de The New York State Summer Writers Institute.)


Parlando di Journey into the Past, una novella di Stefan Zweig nel The Book, "an online review at The New Republic," Boyers ci spiega, "Literary fashions are fickle, of course. The taste for the novel of ideas, once largely associated with Mann, has notably diminished. The lugubrious emotionalism of nineteenth-century writers such as Theodor Fontane, or of a much more recent Italian novelist such as Elsa Morante, once widely admired, now seems out of reach. Though certain writers are rediscovered, brought back from the dead, most of those who are lost remain gone, all but forgotten."


"Lugubrious emotionalism" ripete il giudizio di Tuck sul romanzo Menzogna e sortilegio, un giudizio anche condiviso da Boyers nella recensione di Woman of Rome: A Life of Elsa Morante...   E rimpiango di nuovo che il capolavoro di Morante non è disponibile in una bella traduzione inglese.  
E Morante come "once widely admired"? Mi scusi, professore, ma io, e non sono io, la ammiro oggi...  Ecco perchè scrivo questo blog!
Cari lettori, ora sulla rete al sito di Purdue University Press si può downloadare come ePDF Under Arturo's Star: The Cultural Legacies of Elsa Morante che dimostra che oggi Morante non è una figura dimenticata ed ignorata, sia in Italia sia all'estero.


Grazie a Michael McDonald per avermi avvisato della recensione di Boyers!

lunedì 14 marzo 2011

Notizia felice del giorno!!! Journal of Modern Jewish Studies pubblicherà il mio saggio "'Once upon a time there was an SS officer': The Holocaust between History and Fiction in Elsa Morante’s La Storia" questa primavera. 

University of Chicago e le scrittrici italiane

L'università di Chicago offre i lettori interessati alle scrittrice italiane un database online, l'IWW:

"The Italian Women Writers project (IWW) is a long-term research endeavor to preserve and provide access to an extensive corpus of literature written by Italian women authors. Our goal is to bring information on and texts by both famous and previously neglected Italian women writers to a wider audience of students, scholars, teachers, and the general public, and to preserve these often fragile texts for generations to come."

"La Sibilla Cumana con un putto"
Guercino (Giovanni Francesco Barbieri, 1591-1666)
on loan at the National Gallery, London
© 2002 The University of Chicago Library; release 2.0
Ora la biografia della Morante (di Ellen Nerenberg, Wesleyan University) rimane incompiuta; ma c'è una bibliografia delle sue opere. (Italica-RAI ci presenta una biografia della nostra qui.)

Io ho scritte tre biografie per l'IWW--Amalia Nizzoli (1806-1845?), Anna Vertua Gentile (1850-1926) ed Ippolita Torelli Castiglione (1499-1520)--e vi suggerisco di scriverne una anche voi! La guida del nuovo contributore si trova qui.