domenica 1 maggio 2011

Benarrivato, maggio!

"There is nothing more difficult for a truly creative painter than to paint a rose, because before he can do so he has first to forget all the roses that were ever painted."
-Henri Matisse  

"La parola si rinnova sempre nell’atto stesso della vita, e (a meno di una enorme frana della civiltà) non può scadere a oggetto pratico, spento e logoro. Ogni altro strumento può deperire, o decadere, ma la parola rinasce naturalmente insieme alla vita, ogni giorno, fresca come una rosa… le parole, essendo i nomi delle cose, sono le cose stesse.
Una rosa è una rosa è una rosa è una rosa." -Elsa Morante [1]


"The word is always renewed in the very act of living, and (unless civilization crumbles) it cannot decline into a practical object, spent and worn out. Every other instrument can wither or decay, but the word is reborn naturally along with life, each day, fresh as a rose… words, being the names of things, are the things themselves.
                        A rose is a rose is a rose is a rose." (translated by Gabrielle Popoff)

C'è un capitolo del romanzo L'isola di Arturo intitolato "Perle e rose convenzionali," da cui questo blog deriva il suo nome. Il personaggio Wilhelm sogna di una  “seduzione convenzionale: e il personaggio del Galeotto si addiceva bene ai suoi sospiri, che erano infantili eternamente, come quelli dell’universo! Allo stesso modo il pubblico dei teatri domanda, per accendersi di fede, eroine convenzionali (la Traviata, la Schiava, la Regina)… E cosí in eterno ogni perla del mare ricopia la prima perla, e ogni rosa ricopia la prima rosa.”

Inoltre c'è anche una metafora estesa delle rose e delle api nel romanzo, una metafora letteraria così anziana come Cicerone (e forse di più)--"Tu sei l'ape e sei la rosa", dice Romeo a Wilhelm:

"Dunque pare che alle anime viventi possano toccare due sorti: c'è chi nasce ape, e chi nasce rosa. Che fa lo sciame delle api, con la sua regina? Va, e ruba a tutte le rose un poco di miele, per portarselo nell'arnia, nelle sue stanzette. E la rosa? La rosa l'ha in se stessa: non le serve cercarla altrove. Ma qualche volta sospirano di solitudine, le rose, questi esseri divini! Le rose ignoranti non capiscono i propri misteri.

La prima di tutte le rose è Dio.

Fra le due: la rosa e l'ape, secondo me, la più fortunata è l'ape. E l'Ape Regina, poi, ha una fortuna sovrana! Io per esempio, sono nato Ape Regina. E tu Wilhelm? Secondo me, tu, Wilhelm mio, sei nato col destino più dolce e col destino più amaro: tu sei l'ape e sei la rosa."

[1] Elsa Morante, Garboli and Cecchi, Opere 1516-17.

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