giovedì 28 aprile 2011

"Una duplicità senza soluzione", 1964

Stasera mi sono resa conto del fatto che qui solo poche volte abbiamo sentito la voce della Morante stessa. Allora, eccocene un po'...


"Ogni film (come ogni romanzo) che meriti il nome reale e vitale di opera d'arte, non ha mai un significato solo, ma molti e diversi, dei quali alcuni sfuggono anche all'autore stesso. Qual è il significato di Amleto? O di Don Chisciotte? O — per restare più vicino — del Gattopardo di Lampedusa? O di Arpa birmana? O infine di Silenzio, il film di Bergman?
Devo dire che non sono affatto una fanatica di Ingmar Bergman, accusando nelle sue opere una frigidezza scostante e forse un'assenza di carità. E' indubbio tuttavia che Bergman rimane uno dei maestri dell'arte cinematografica. 
Dunque nel suo film Silenzio, come nelle opere dei maestri di ogni arte, si possono riconoscere, su diversi piani, vari significati. Dei quali il più ovvio e evidente — e già ritrovato, poi, anche in altre opere dello stesso Bergman — mi sembra questo:
che i rapporti umani hanno sempre una profondità misteriosa, e propongono, appena si parta a esplorarli, una duplicità senza soluzione: dove l'amore e l'odio, la ripulsa e la voglia, la colpa e l'innocenza, si intrecciano in nodi, tali, che ogni giudizio sul nostro prossimo si riduce, in realtà, a una presunzione o a un arbitrio.
Da Shakespeare a Dostoievski a Svevo, non è certo Ingmar Bergman il solo autore che sia stato tentato da un tale problema. Si capisce che, secondo natura, per certuni esso sarà motivo di passione e di pietà; e per altri— quali appunto Bergman — sarà quasi un freddo oggetto di analisi scientifica.
Ma in ogni caso, l'attenzione a questo problema è in un artista un segno di nobiltà e di impegno superiore. Si tratta difatti semplicemente del problema della coscienza morale: come dire, del problema fondamentale della persona umana.
L'esplorazione della coscienza è sempre un viaggio augurabile: non solo avventuroso, ma anche profondamente educativo. E chiunque rispetti il suo prossimo capisce senz'altro che opporsi alla libera espressione di un artista come Bergman è indizio di stupidità morale, oltre che della solita ignoranza e inciviltà."
-ELSA MORANTE


Morante, Elsa. "Una duplicità soluzione." L’Europa letteraria V.27 marzo (1964): 126. Direttore Giancarlo Vigorelli. Condirettori Domenico Javarone, Davide Lajolo.

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