venerdì 3 settembre 2010

Teatro Morante: 'La canzone degli F.P e degli I.M.'

"Che significa F.P.? Si tratta di un'abbreviazione per Felici Pochi.
E chi sono i felici pochi? Spiegarlo non è facile, perché i Felici Pochi sono indescrivibili.
Benché pochi, ne esistono d'ogni razza sesso e nazione e poca età società condizione e religione. Di poveri e di ricchi (però, se nascono poveri, loro, in generale, tali rimangono, e se nascono ricchi, presto si fanno poveri) di giovani e di vecchi (però difficilmente loro arrivano in tempo a farsi vecchi) di belli e di brutti (a vero dire, loro pure quando siano volgarmente intesi brutti, in REALTÀ sono belli; ma la REALTÀ è di rado visibile alla gente... 
Insomma. Obiettivamente, per giustizia, qua si certifica, in fede, che gli F.P. sono tutti e sempre bel-lis-si-mi, anche se per suo conto la gente non lo vede).
[...] E che significa I.M.? Si tratta, ovviamente, anche qui d'una abbreviazione per Infelici Molti. E chi sono gli infelici molti? Sono TUTTI gli altri [...]".



da «Il mondo salvato dai ragazzini» di Elsa Morante

Teatro della Albe, stagione 2009


Racconta Marco Martinelli, regista della lettura pubblica e teatralizzata "La canzone degli F.P. e degli I.M." che era rappresentata nel 2009 a Teatro delle Albe a Ravenna (la prima nazionale era al VIE Scena Contemporanea Festival, Modena, Biblioteca Civica d'Arte Poletti, il 28 ottobre 2005): "Elsa Morante da sempre ci accompagna nel nostro lavoro. Ora, a vent'anni dalla morte [nel 1985], di lei si parla poco. Quello che ci ha toccato è che, oltre ad aver previsto la grande omologazione e il regno degli 'Infelici Molti', possedeva una sorta di 'premura rivoluzionaria'". 

"La canzone degli F.P. e degli I.M." sul palcoscenico (2009)
Il pazzariello, personaggio centrale a quell'opera fantastica morantiana senza genere 
Il mondo salvato dai ragazzini, accompagnato da un medico e due infermieri, racconta la "Canzone". 

Ho trovato delle recensioni positive sulla rete (peccato che io non abbia avuto l'opportunità di stare alle rappresentazioni!). Renato Palazzi scrive: "Con scelta acremente provocatoria, Martinelli affida le parole del testo a una figura che risulta essere il paziente di un manicomio, inseguito da un medico e due infermieri. Soprattutto questi ultimi provano a soffocarne la vocazione alla diversità, malmenandolo, legandolo, impedendogli di parlare: ma lui, tenero e inarrestabile, con insistenza stralunata riesce a convincere il dottore e forse, per un attimo, persino i due bruti."
La quarta di copertina de Il mondo salvato dai ragazzini con ritratto d'autore 

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